Salgari Emilio - 1883 - Le tigri di Mompracem by Salgari Emilio

Salgari Emilio - 1883 - Le tigri di Mompracem by Salgari Emilio

autore:Salgari Emilio [Salgari Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: narrativa, Avventura, Sandokan
editore: bandinotto
pubblicato: 2012-08-24T15:25:33+00:00


20. Attraverso le foreste

Lo spavento provato dai soldati nel vedersi comparire dinanzi il formidabile pirata era stato tale che subito nessuno aveva pensato a far uso delle proprie armi.

Quando, rimessisi dalla sorpresa, vollero riprendere l’offensiva, era ormai troppo tardi.

I due pirati, senza badare agli squilli di tromba che partivano dalla villa ed ai colpi di fucile dei soldati sparsi pel parco, colpi sparati a casaccio, non sapendo ancora quegli uomini di cosa si trattava, erano già in mezzo alle aiuole ed ai macchioni di cespugli.

In due minuti, Yanez e Sandokan, trottando furiosamente giunsero in mezzo ai grandi alberi.

Tirarono il fiato e si guardarono intorno.

I soldati che avevano cercato di bloccarli nella stufa si erano slanciati fuori dalla serra, urlando a squarciagola e facendo fuoco in mezzo agli alberi.

Quelli della villa, comprendendo finalmente che si trattava di qualche cosa di grave e forse sospettando che i loro compagni avessero scovata la formidabile Tigre della Malesia, correvano attraverso al parco per giungere alle palizzate.

– Troppo tardi, miei cari, – disse Yanez. – Noi giungeremo prima.

– Via di corsa, – disse Sandokan. – Non lasciamoci tagliare la strada.

– Le mie gambe sono pronte. –

Ripartirono entrambi con ugual lena, tenendosi celati in mezzo agli alberi e giunti alla cinta in due slanci la varcarono lasciandosi cadere dall’altra parte.

– Nessuno? – chiese Sandokan.

– Non si vede anima viva.

– Gettiamoci nel bosco. Faremo perdere loro le nostre tracce. –

La foresta non era che a due passi. Entrambi vi si cacciarono dentro, correndo a perdifiato.

Di passo in passo che si allontanavano, la marcia diventava difficilissima.

Dappertutto sorgevano fitti cespugli, stretti, incassati fra alberi enormi che lanciavano i loro grossi e nodosi fusti a delle altezze straordinarie e dappertutto strisciavano, intrecciandosi come boa mostruosi, miriadi di radici.

Dall’alto poi scendevano, per poi risalire, aggrappandosi ai tronchi ed ai rami dei grandi vegetali, i calamus, i rotang, i gambir38, delle vere reti che resistevano tenacemente a tutti gli sforzi, sfidando perfino le lame dei coltelli, mentre più sotto il piper nigrum39 dal prezioso granello, formava degli ammassi tali da rendere vano qualsiasi tentativo di passaggio.

A destra, a sinistra, dinanzi e di dietro, si slanciavano in alto dunon dai fusti diritti, lucidi, carichi di frutta già quasi mature, proiettili eccessivamente pericolosi essendo rivestiti da punte durissime come se fossero di ferro, o gruppi immensi di banani dalle foglie smisurate, o di betel, o di arenghe saccarifere dalle piume eleganti, o di aranci portanti frutta grosse come la testa di un bambino. I due pirati perduti in mezzo a quella fitta foresta, che poteva chiamarsi veramente vergine, si trovarono ben presto nella impossibilità di avanzare. Sarebbe stato necessario il cannone per sfondare quella muraglia di tronchi d’alberi, di radici e di calamus.

– Dove andiamo Sandokan? – chiese Yanez. – Io non so più da quale parte passare.

– Imiteremo le scimmie, – disse la Tigre della Malesia. – È una manovra a noi familiare.

– E molto apprezzabile, anzi, in questi momenti.

– Sì, poiché faremo perdere le nostre tracce agl’inglesi che c’inseguono.

– Sapremo poi dirigerci?

– Tu sai che noi bornesi non perdiamo mai la buona direzione, anche se manchiamo di bussola.



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